martedì 29 maggio 2018

RECENSIONE: LA SCOMPARSA DI STEPHANIE MAILER

Titolo: La scomparsa di Stephanie Mailer
Autore: Joel Dicker
Editore: La nave di Teseo
Prezzo di copertina: € 22,00
Anno di pubblicazione: 2018 


Sinossi
Il 30 luglio 1994, la sera dell'inaugurazione del tanto atteso festival teatrale, la tranquilla cittadina balneare di Orphea, negli Hamptons, viene sconvolta da un efferato, quadruplice omicidio. Il sindaco Gordon, sua moglie e suo figlio vengono barbaramente uccisi in casa loro, assieme ad una ragazza che stava facendo jogging sulla strada di fronte. L'indagine viene affidata ai due agenti della polizia di stato Derek Scott e Jesse Rosenberg, che nel giro di qualche mese risolvono il caso, subendo però una serie di tragiche conseguenze che condizioneranno le loro vite e le loro carriere. Vent'anni dopo la giornalista newyorchese Stephanie Mailer scompare misteriosamente ad Orphea dopo aver comunicato a Jesse, in procinto di andare in pensione, di essere a conoscenza di informazioni importanti che potrebbero riaprire quel caso. L'agente, che nel frattempo ha guadagnato presso i colleghi il soprannome di "Capitano 100 %" per la sua infallibilità sul campo, è inizialmente restìo a tornare ad occuparsene, ma le strane circostanze di quella scomparsa e la scoperta del coinvolgimento di altri abitanti di Orphea in quel tragico evento lo convincono a richiamare in servizio il suo ex collega Derek e ad andare a fondo della faccenda. Aiutati dalla collega Anna, chiamata negli Hamptons dal sindaco della cittadina con la promessa di diventare un giorno il comandante della polizia locale, i due sono così costretti a riesumare una storia che credevano chiusa per sempre, insieme ai dolorosi ricordi ad essa collegati. A poco a poco l'indagine del 2014 getterà nuova luce su quella del 1994, mentre i nostri protagonisti dovranno districarsi in una fitta rete di piccoli segreti, bugie e tradimenti che legano gli abitanti di Orphea in una trama perversa che sembra inestricabile. Fino a quando l'autore del quadruplice omicidio torna a farsi vivo... Ma come può essere possibile, visto che è morto nel '94 durante quell'inseguimento stradale che ha sconvolto per sempre l'esistenza dei due?

Pregi
Nonostante le settecento pagine è un romanzo che si legge tutto d'un fiato. La trama infatti è piena di colpi di scena che un po' disorientano il lettore e un po' lo indirizzano allo svelamento del mistero, tenendolo in ogni caso sempre col fiato sospeso e con la voglia di girare pagina. Ci sono tantissimi personaggi, molti dei quali vengono più o meno direttamente coinvolti nell'indagine: semplici testimoni che diventano sospettati per poi essere scagionati, presunti colpevoli che in realtà non c'entrano nulla, membri delle forze dell'ordine dalla vita e dal carattere ambigui, cittadini o semplici villeggianti di Orphea le cui storie all'apparenza parallele finiscono tutte con l'intersecarsi tra di loro e con i nuovi fatti criminosi. Dicker costruisce un palcoscenico dalle molteplici scenografie sul quale agiscono i vizi, le gelosie e le invidie della piccola provincia americana e vi inserisce un giallo che con quelle vite si fonde alla perfezione, tanto che da un certo punto in poi tutto sembra essere collegato, e si è portati a sospettare che anche le vicende più banali nascondano un qualche dettaglio importante ai fini dell'indagine. Non si può non essere d'accordo con Michael Bird, il direttore dell'Orphea Chronicle, quando ad un certo punto afferma : "Quindi tutto è connesso, ma niente è collegato. Questa storia mi sembra un rompicapo". Ma è un rompicato molto ben congegnato, ed il lettore alla ricerca di un bel passatempo che gli faccia spremere le meningi troverà in questo romanzo pane per i suoi denti. 

Difetti
Tanto l'autore è concentrato sugli sviluppi della trama, quanto poco lo è sul carattere dei personaggi. Se chi legge questo libro ha già letto i precedenti La verità sul caso Harry Quebert e Il libro dei Baltimore capirà cosa intendo. Se là ci si poteva affezionare a Markus, ad Harry, alla stessa piccola Nola, ai Goldman di Baltimore e a quelli di Montclair, qui è impossibile farlo anche solo coi due protagonisti principali, semplicemente perchè Dicker non si premura di approfondirne il carattere e la personalità. E se lo fa lo fa in modo superficiale, senza passione. Perchè quello su cui ci si deve concentrare qui è la trama, complessa e piena di strade secondarie e vicoli ciechi, al punto che i personaggi sono soltanto degli attori che devono interpretare un ruolo, che è la sola cosa che conta. Certo, il lettore che corre a perdifiato su quelle strade per vedere come va a finire magari non si preoccupa più di tanto dell'immedesimazione o dell'empatia, e sicuramente una trama di questa portata può bastare eccome per un buon romanzo giallo, ma io, memore della profondità anche psicologica e morale dei due precedenti mi sento in qualche modo privato di qualcosa, di quello cioè che fa di un buon libro un grande libro. 

Consigliato a 
Chi ama risolvere gli enigmi

Voto
4/5

    

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